L'incognita by Hermann Broch

L'incognita by Hermann Broch

autore:Hermann Broch [Broch, Hermann]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Carbonio
pubblicato: 2022-01-14T16:18:19+00:00


II

Richard in ogni caso si era sbagliato: quel pomeriggio Otto non era andato a nuotare allo stabilimento, bensì al capo opposto della città, nel laghetto comunale. Gli piaceva fare il bagno in luoghi diversi.

Poiché la quantità d’acqua presente nello stagno era variabile, non era possibile impiantarvi uno stabilimento, ma quando l’acqua c’era, quello stagno era una piscina all’aperto molto amata. Dopo le piovose giornate di giugno il livello si era abbassato, adesso, di quasi due metri e sulla sponda nord si poteva raggiungere l’acqua solo passando attraverso il fango e la mota; lungo il declivio sotto il campo da calcio però non era poi così male.

Per di più era molto comodo. Era possibile spogliarsi nel club e correre poi attraverso lo spiazzo. E questo fecero, anche stavolta, Karl Wohlfahrt e Otto.

Una volta in acqua e dopo aver assaporato il primo piacere del nuoto, Otto prese ad annoiarsi:

“Qua non si batte un chiodo”.

“In che senso?”.

“Niente ragazze”.

“Già”.

“Se avessimo una moto, sarebbe possibile risalire il fiume fino a Gleuringer Au; qualsiasi ragazza ci verrebbe di corsa”.

“Potresti comprarti una moto, tu?”.

La conversazione si spostò sui soldi di cui avevano bisogno. Karl continuava a non avere accesso al suo libretto di risparmio e men che mai Otto era riuscito a mettere in atto la grandiosa rapina progettata: non aveva fatto il minimo tentativo in tal senso. Facevano castelli in aria:

“Si tratta solo di cominciare a guadagnare: poi lascio il negozio e divento pittore”.

“Ma un pittore non guadagna nulla”.

“Ah, davvero?… Ma se quasi tutti i pittori viaggiano in automobile”.

All’improvviso gli era venuta un’insaziabile bramosia di denaro. E al tempo stesso qualcosa dentro di lui pretendeva tassativamente che fosse un altro a procurarglielo, anzi, per forza o per scherzo si era fissato che dovesse essere Karl a togliere i soldi alla madre con qualche imbroglio. Quell’idea lo spaventava e insieme lo attirava.

“Temo che mi stia venendo un crampo al polpaccio” disse voltandosi sul dorso. “Meglio che esca dall’acqua”. Si fece bianco in volto. “Se finisco sott’acqua, tiratemi su per i capelli”.

“Che sciocchezza” disse Karl.

In realtà ci mancò poco, Otto fece appena in tempo a raggiungere la riva. Ma non appena sentì il terreno sotto i piedi il crampo sparì all’istante.

“Uffa, che storia”. Uscì dall’acqua carponi e senza fiato.

Di progetti per far soldi non parlarono più. Ma quando si salutarono Otto si fece di nuovo pallido come un cencio e disse con voce soffocata:

“Mi vieni a prendere una volta o l’altra? Potresti domani alle cinque?”.

Si sentiva proprio come la prima volta che era andato da una donna e non capiva cosa gli prendesse. Non si erano detti nulla e non era successo nulla. Ma aveva la vaga consapevolezza di un qualcosa che lo attirava, lo opprimeva e che non avrebbe saputo definire. E benché non desse a vedere niente ebbe l’impressione di confessare un delitto quando riferì alla madre della prossima visita di Karl.

La signora Hieck ne fu un po’ sorpresa:

“Di solito non dici mai se e quando qualcuno viene a trovarti”.

“Mi farebbe piacere offrirgli un caffè”.

La signora



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